Ti è mai capitato di sentirti pienamente immerso in ciò che fai, quasi dimenticandoti del tempo? Quei momenti, in cui sei completamente presente, sono preziosi: possono rivelare la direzione autentica del tuo percorso professionale.
Che cos’è il flow?
Il concetto di flow, introdotto dallo psicologo Mihaly Csikszentmihalyi, descrive uno stato di totale coinvolgimento in un’attività, in cui:
- Il tempo scorre diversamente (ore che sembrano minuti)
- Sei concentrato ma rilassato
- Provi un senso di padronanza e gratificazione
Il flow non è solo per artisti o sportivi: può emergere anche nella vita lavorativa, quando c’è equilibrio tra le sfide che affronti e le tue competenze.
Il tuo mini-esercizio per iniziare
Prenditi 10 minuti, carta e penna. Rispondi a queste tre domande:
- Quando, nel tuo lavoro, ti sei sentito davvero assorbito?
Anche solo un episodio recente può bastare. - Qual è un’attività personale (non legata al lavoro) in cui perdi la cognizione del tempo?
- Cosa accomuna queste esperienze?
Pensa all’ambiente, alle persone coinvolte, al tipo di azione che stavi svolgendo.
Queste risposte sono la tua mappa iniziale. Non serve trovare tutte le connessioni ora. Bastano 2 o 3 elementi che “risuonano”. Puoi iniziare da lì.
Un piccolo passo
Scegli una cosa che potresti fare già questa settimana per riattivare uno di quegli elementi nel tuo contesto lavorativo. Anche per un’ora. Non serve rivoluzionare tutto. Il flow si costruisce anche a piccoli passi.
I blocchi più comuni che potrebbero frenarti
Durante o dopo l’esercizio, potresti notare resistenze interiori. Le più frequenti sono:
- “Se mi piace troppo, non può essere un vero lavoro.”
Una trappola culturale che svaluta il piacere come indicatore di valore. - “Non sono abbastanza bravo per farne una professione.”
Il flow nasce proprio nell’incontro tra ciò che ci sfida e ciò che sappiamo fare. La sensazione di non essere pronti può indicare un’area di crescita, non un limite. - “Nella mia famiglia un lavoro è solo quello con lo stipendio fisso.”
Modelli interiorizzati che possono limitare la libertà di esplorare alternative. - “Sono un ingegnere (insegnante, consulente…), non posso essere altro.”
Le etichette professionali possono diventare gabbie invisibili.
Conclusione: Il flow come bussola
Il flow non è solo uno stato mentale: è una bussola. Indica dove scorre naturalmente la tua energia. Dove ti senti autentico. Dove sei, in fondo, già competente senza sforzo.
Non serve cambiare tutto subito. Serve iniziare a notare, nutrire e dare spazio a quelle esperienze. Con rispetto, con curiosità, e con la fiducia che anche un piccolo spostamento può fare una grande differenza.
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