Giochi relazionali sul lavoro: quando ti ritrovi sempre nello stesso ruolo (e come uscirne)

Giochi relazionali sul lavoro: quando ti ritrovi sempre nello stesso ruolo (e come uscirne)

🧩La trappola

Ti capita mai di sentirti sempre nello stesso film, anche se cambiano colleghi, aziende e incarichi?
Situazioni che si ripetono, dinamiche che sembrano rincorrerti ovunque, un senso di frustrazione che torna ciclicamente.

Non è sfortuna, né solo “carattere”.
In molti casi, si tratta di copioni relazionali inconsci, vere e proprie trappole invisibili che si attivano quando cerchiamo riconoscimento ma finiamo per ottenere il contrario.


🎭 I “giochi psicologici”: cosa sono (davvero)

Eric Berne li definiva come scambi comunicativi con un secondo fine, che sembrano normali all’esterno, ma conducono sempre a un risultato prevedibilmente negativo: frustrazione, tensioni, senso di fallimento.

Molti di questi giochi ruotano attorno al Triangolo Drammatico di Karpman, dove ruotiamo tra tre ruoli principali:

  • Vittima: “Tanto non posso farci nulla”
  • Salvatore: “Faccio tutto io, così gli altri stanno bene”
  • Persecutore: “Tutti sbagliano, tranne me”

La vera insidia? Si entra con le migliori intenzioni, ma si finisce sempre nello stesso punto: invisibili, stanchi, svuotati.

💼 Quattro giochi che sabotano la tua visibilità sul lavoro

1. “Guarda come mi sforzo”

Ti impegni, ti fai in quattro, non chiedi mai aiuto. Ma invece di un grazie, arriva l’abitudine: “tanto lo fa lei”.
💬 “Marta resta sempre oltre l’orario. Quando la promozione va a un collega, si sente tradita. Ma non ne parla, sbatte solo più forte la porta dell’ufficio.”

👉 Il problema: dai troppo e chiedi troppo poco.

2. “Sì, ma…”

Chiedi consiglio, ma ogni proposta viene respinta. Nulla sembra mai possibile.
💬 “Vorrei cambiare lavoro, ma… ho un mutuo, non è il momento, il capo non mi valorizza”.

👉 Il rischio: restare immobili mentre ti convinci di essere realista.

3. “Ti ho beccato!”

Sei sempre pronta a cogliere l’errore altrui. L’attenzione al dettaglio diventa critica e isolamento.
💬 “Se solo facessero le cose come si deve, potrei lavorare in pace.”

👉 Il costo: perdi alleanze e ti isoli.

4. “Solo io posso farlo bene”

Ti carichi tutto sulle spalle. Non deleghi, poi ti lamenti. Il riconoscimento? Sempre rimandato.
💬 “Senza di me qui non si andrebbe avanti. Ma nessuno se ne accorge davvero.”

👉 Il paradosso: ti rendi invisibile mentre ti sforzi di essere indispensabile.


🔍 Come capire se sei dentro un gioco

Chiediti:

  • Mi ritrovo spesso nelle stesse dinamiche con persone diverse?
  • Provo frustrazione anche quando faccio “la cosa giusta”?
  • Comunico in modo diretto… o spero che gli altri capiscano da soli?

Il punto non è giudicarti.
Molti di questi copioni nascono da strategie di adattamento infantile.
Ma ora sei adulta. E puoi scegliere.

🛠 Strategie per uscirne

1. Riconosci il copione in atto
👀 “Mi sto lamentando… ma sto chiedendo davvero ciò che mi serve?”

2. Comunica dal tuo Adulto
💬 “Negli ultimi tre mesi ho gestito 10 progetti extra. Posso avere un confronto sul mio ruolo?”

3. Smetti di “fare tutto” per essere vista
💬 “Delego questa parte del lavoro. Preferisco focalizzarmi su ciò che posso portare con più valore.”

4. Fai spazio alla visibilità autentica, non all’eroismo invisibile


🌱 Uscire dal gioco, entrare nella relazione vera

Quando esci dal copione, succede qualcosa di diverso:

  • Le tue richieste sono più chiare
  • Le tue relazioni diventano più trasparenti
  • Ti senti meno in trappola, più in scelta

Non perché tutto cambia…
Ma perché tu non reagisci più nello stesso modo.


🎯 Conclusione: la scelta è già un primo passo

Spesso la visibilità professionale non si conquista con più fatica, ma con meno giochi e più autenticità.
Chiediti: In quale ruolo mi trovo più spesso?
E se potessi riscrivere il copione, da dove partiresti?


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