Le maschere professionali nei colloqui: quando la paura del tradimento ti fa indossare un personaggio

Le maschere professionali nei colloqui: quando la paura del tradimento ti fa indossare un personaggio

“Sapevo esattamente cosa dire durante il colloquio. Avevo preparato tutto nei minimi dettagli. Eppure, quando mi hanno chiesto “parlami di te”, mi sono bloccata. Ho iniziato a dare risposte che pensavo volessero sentire, invece di raccontare chi sono davvero. Sono uscita con la sensazione di aver interpretato un personaggio, non di aver mostrato me stessa.”

Questa esperienza, che ascolto regolarmente dalle persone con cui lavoro, non è il risultato di una scarsa preparazione tecnica, è la manifestazione di un meccanismo più profondo: l’utilizzo di maschere professionali per proteggersi dal rischio del tradimento e del rifiuto.

Nel precedente articolo abbiamo esplorato come la ferita del tradimento/ingiustizia e l’ingiunzione “non essere te stesso” creino pattern di invisibilità professionale. Oggi approfondiamo come questi meccanismi si manifestano concretamente in una delle situazioni più critiche per la carriera: i colloqui di lavoro.

Le tre maschere principali nei colloqui

Quando la paura del tradimento incontra la situazione di valutazione del colloquio, emergono tre strategie di protezione che chiamo “maschere professionali”:

1. La maschera del “candidato perfetto”

Caratteristiche:

  • Risposte studiate e prive di spontaneità
  • Eliminazione di qualsiasi elemento “imperfetto” dalla narrazione
  • Presentazione di una versione idealizzata di sé completamente scollata dalla realtà
  • Incapacità di gestire domande impreviste perché “non erano nel copione”

Pensiero sottostante: “Se mostro anche un solo difetto, mi scarteranno”

Effetto paradossale: Il selezionatore percepisce inautenticità e rigidità. La persona risulta “troppo perfetta per essere vera” e quindi poco affidabile o poco adattabile al contesto reale.

2. La maschera del “camaleonte professionale”

Caratteristiche:

  • Modulazione eccessiva delle risposte in base alle reazioni del selezionatore
  • Tendenza a “indovinare” cosa l’azienda cerca invece di mostrare cosa si porta
  • Cambiamento di enfasi su competenze diverse a seconda del feedback percepito
  • Difficoltà a mantenere una linea narrativa coerente

Pensiero sottostante: “Devo capire cosa vogliono e diventare esattamente quella persona”

Effetto paradossale: Il selezionatore fatica a identificare un profilo professionale chiaro. La persona risulta “generica” o “poco definita”, perdendo distintività rispetto ad altri candidati.

3. La maschera della “minimizzazione sistematica”

Caratteristiche:

  • Attribuzione dei successi a fattori esterni (“il team era forte”, “il progetto era facile”)
  • Uso sistematico di svalutatori linguistici (“solo”, “semplicemente”, “in realtà non è che…”)
  • Difficoltà a sostenere lo sguardo quando si parla dei propri risultati
  • Tendenza a passare rapidamente oltre i successi per parlare di ciò che “si potrebbe migliorare”

Pensiero sottostante: “Se mi valorizzo troppo, sembrerò arrogante e verrò giudicata negativamente”

Effetto paradossale: Il selezionatore non riesce a cogliere il valore reale portato. La persona viene percepita come “poco consapevole del proprio impatto” o “con bassa autostima professionale”.

Come si attivano le maschere: il meccanismo trigger

Le maschere non sono scelte consapevoli, si attivano automaticamente in risposta a specifici trigger durante il colloquio:

Trigger 1: La domanda “parlami di te”

  • Attivazione: Panico perché richiede autenticità senza una traccia precisa
  • Maschera attivata: Candidato perfetto (risposta preconfezionata) o Camaleonte (tentativo di capire cosa vogliono sentire)

Trigger 2: Domande sui punti deboli

  • Attivazione: Paura di mostrare vulnerabilità = rischio di esclusione
  • Maschera attivata: Candidato perfetto (trasformazione dei difetti in pregi mascherati) o Minimizzazione (svalutazione anche dei punti di forza)

Trigger 3: Richiesta di raccontare un successo

  • Attivazione: Conflitto tra necessità di valorizzarsi e paura di sembrare presuntuosi
  • Maschera attivata: Minimizzazione sistematica

Trigger 4: Espressioni dubbiose del selezionatore

  • Attivazione: Interpretazione di qualsiasi segnale neutro come disapprovazione
  • Maschera attivata: Camaleonte (cambio immediato di strategia narrativa)

Le conseguenze concrete delle maschere

L’utilizzo delle maschere nei colloqui produce effetti misurabili:

Sul piano della selezione:

  • Scarto in fase finale nonostante competenze adeguate, perché “qualcosa non convince”
  • Feedback vaghi tipo “profilo interessante ma non perfettamente allineato”
  • Sensazione del selezionatore di “non aver conosciuto davvero la persona”

Sul piano economico:

  • Accettazione di offerte inferiori al valore di mercato per paura di “chiedere troppo”
  • Negoziazione debole perché la maschera della minimizzazione impedisce di sostenere il proprio valore
  • Rinuncia preventiva a candidature per posizioni senior

Sul piano emotivo:

  • Senso di vuoto anche quando il colloquio va “bene tecnicamente”
  • Sensazione di tradimento di sé per aver recitato un copione
  • Ansia anticipatoria crescente verso i colloqui successivi

Dal riconoscimento alla trasformazione: strategie pratiche

Riconoscere la propria maschera dominante è il primo passo, ma trasformarla richiede strategie concrete:

Strategia 1: L’esercizio del “colloquio con il migliore amico”

Prima del colloquio reale, registrati mentre rispondi alle domande classiche come se stessi parlando con il tuo migliore amico, non con un selezionatore.

Domande chiave:

  • “Raccontami del tuo ultimo progetto importante”
  • “Cosa ti ha dato più soddisfazione professionalmente?”
  • “Perché vuoi cambiare lavoro?”

Osserva le differenze:

  • Qual è il tuo tono quando parli liberamente vs. quando “reciti”?
  • Quali dettagli personali emergono nella versione autentica che elimini in quella “professionale”?
  • Dove senti energia nella narrazione libera vs. vuoto in quella studiata?

Obiettivo: Identificare gli elementi di autenticità da integrare nelle risposte formali, senza perdere professionalità.

Strategia 2: La tecnica del “riconoscimento senza giustificazione”

Quando parli dei tuoi successi, esercitati a:

  1. Dichiarare il risultato senza attenuarlo
  2. Resistere 3 secondi prima di aggiungere qualsiasi contestualizzazione
  3. Osservare il tuo disagio fisico nel “non giustificarti”
  4. Respirare attraverso la sensazione di “sto esagerando”

Esempio pratico:

“Il progetto è andato bene, ma in realtà ho avuto un team molto forte e le condizioni erano favorevoli”

“Ho coordinato un team di 8 persone portando il progetto a termine con 2 settimane di anticipo e 15% sotto budget” [pausa 3 secondi] “Il team ha collaborato efficacemente e abbiamo saputo adattarci alle sfide emerse”

La differenza: Nel secondo caso il successo viene riconosciuto prima di contestualizzarlo, non minimizzato attraverso la contestualizzazione.

Strategia 3: Il “check di autenticità” durante il colloquio

Durante il colloquio, sviluppa un segnale interno che ti aiuti a riconoscere quando la maschera si sta attivando:

Segnali fisici che indicano attivazione della maschera:

  • Trattenimento del respiro
  • Tensione alle spalle
  • Voce che sale di tono
  • Accelerazione del ritmo di parola

Micro-pausa di ri-centratura:

  1. Nota il segnale fisico
  2. Respira consapevolmente 1 volta
  3. Chiediti: “Sto rispondendo da me o dal personaggio?”
  4. Riformula se necessario: “Scusa, riformulo meglio…”

L’obiettivo non è eliminare completamente l’adattamento – che è una competenza professionale legittima – ma distinguere tra adattamento strategico e tradimento di sé.

Quando l’autenticità diventa distintività

Il paradosso che osservo regolarmente è questo: quando le persone smettono di indossare maschere nei colloqui, spesso ottengono risultati migliori.

Non perché “essere sé stessi” sia magicamente la soluzione, ma perché:

1. La coerenza narrativa convince Un profilo autentico e coerente genera più fiducia di uno perfetto ma artificiale.

2. La distintività emerge. Quando togli la maschera, emergono esperienze, passioni e competenze uniche che nella versione standardizzata venivano cancellate.

3. Il match culturale si valuta meglio. Sia il candidato che l’azienda possono valutare meglio se sono davvero allineati, evitando “matrimoni sbagliati”.

4. La negoziazione diventa possibile. Solo quando mostri il tuo valore autentico puoi sostenere una richiesta economica adeguata.

L’autenticità come competenza professionale

Quello che propongo non è un invito al “dire tutto quello che pensi senza filtri”. L’autenticità professionale è una competenza sofisticata che richiede:

  • Autoconsapevolezza: Conoscere i propri valori, competenze distintive e aree di sviluppo
  • Discernimento: Sapere cosa condividere, come e quando
  • Coraggio: Sostenere la propria narrazione anche davanti a segnali di possibile disaccordo
  • Flessibilità: Adattare la forma mantenendo la sostanza

È la differenza tra adattarsi perdendo sé stessi e comunicarsi in modi diversi rimanendo fedeli a sé.

Oltre il colloquio: riconquistare l’autenticità professionale

Le maschere nei colloqui sono solo un sintomo. Il lavoro più profondo riguarda la trasformazione del pattern “non essere te stesso” + ferita del tradimento che opera in tutti i contesti professionali.

Nei prossimi articoli della rubrica esploreremo come queste dinamiche si manifestano in altre situazioni critiche: riunioni, negoziazioni, gestione del team.

Un invito all’esplorazione

Se riconosci di utilizzare maschere nei colloqui e vuoi approfondire le dinamiche che le generano, il 23 ottobre alle 18:00 terrò un webinar gratuito dedicato a “Le 5 Dinamiche Invisibili Che Bloccano La Tua Carriera”

Durante l’incontro esploreremo:

  • Come riconoscere la tua dinamica dominante di invisibilità
  • Gli effetti concreti sui colloqui, sulla carriera e sulle scelte professionali
  • I primi passi pratici per iniziare a trasformare questi pattern

Modalità: Online su Zoom
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Se prima di iniziare vuoi parlarmi per capire meglio cosa possiamo fare insieme, possiamo sentirci in una call informativa gratuita di 30 minuti.

Una chiacchierata iniziale, senza impegno, in cui mi racconti cosa ti sta a cuore e iniziamo a capire quali percorsi possono essere più adatti per te.

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Il primo passo verso colloqui autentici è riconoscere quale maschera indossi. Il secondo è permetterti di toglierla, un po’ alla volta, scoprendo che la tua vera presenza ha molto più valore del personaggio perfetto che pensavi di dover interpretare.

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