Non essere te stesso: quando la ferita del tradimento/ingiustizia danneggia l’autenticità professionale

Non essere te stesso: quando la ferita del tradimento/ingiustizia danneggia l’autenticità professionale

“Ho sempre l’idea giusta, ma quando arriva il momento di condividerla, qualcosa dentro di me si blocca. È come se una voce mi dicesse: ‘Meglio non rischiare, adattati a quello che vogliono sentire.’ E così finisco per dire quello che penso gli altri si aspettino, tradendo quello che sento davvero.”

Questa testimonianza, che ascolto frequentemente nel mio lavoro, non racconta di mancanza di competenze o di idee poco valide. Racconta di tradimento di sé – un meccanismo sottile attraverso il quale professionisti competenti finiscono per nascondere la propria autenticità nel tentativo di evitare conflitti o disapprovazione.

Spesso dietro questo pattern si nasconde una delle combinazioni più complesse che ho osservato nella mia pratica:

INGIUNZIONE: “Non essere te stesso”
SPINTE ASSOCIATE: Sii perfetto / Sii forte / Compiaci
FERITA EMOTIVA: Tradimento/Ingiustizia
IMPATTO PROFESSIONALE: Inautenticità, adattamento eccessivo, invisibilità del valore unico


L’ingiunzione “Non essere te stesso”: l’adattamento come sopravvivenza

Tra le ingiunzioni dell’Analisi Transazionale, “Non essere te stesso” è particolarmente insidiosa perché non nega l’esistenza della persona, ma la sua autenticità.

Questo messaggio si forma tipicamente in contesti dove:

  • L’espressione spontanea e autentica del bambino veniva sistematicamente corretta o disapprovata
  • C’era un modello familiare rigido di “come si deve essere” per essere accettati
  • Le emozioni genuine venivano etichettate come “sbagliate” o “inappropriate”
  • L’adattamento alle aspettative altrui era l’unica strada per mantenere l’appartenenza
  • Essere sé stessi comportava punizioni, esclusione o perdita d’amore

Il bambino impara così che la propria natura autentica è pericolosa e sviluppa sofisticate strategie di adattamento che lo seguiranno anche nella vita professionale.

La ferita del tradimento/ingiustizia nel mondo del lavoro

La ferita del tradimento/ingiustizia emerge quando la persona ha sperimentato situazioni in cui essere autentica ha portato a conseguenze dolorose: essere fraintesa, giudicata, esclusa o punita per aver mostrato chi era realmente.

Questa ferita genera nel contesto professionale:

Ipercontrollo dell’immagine:

  • Costante monitoraggio di come si viene percepiti
  • Modulazione eccessiva della propria comunicazione per adattarla al pubblico
  • Paura che mostrare la propria personalità possa essere “inappropriato”

Conflitto tra autenticità e appartenenza:

  • Sensazione che essere sé stessi significhi rischiare l’esclusione dal gruppo
  • Difficoltà a distinguere tra adattamento professionale sano e tradimento di sé
  • Ansia quando si deve prendere posizione su temi che si sentono importanti

Perdita del proprio “nord magnetico”:

  • Difficoltà a riconoscere i propri veri valori e priorità professionali
  • Tendenza a cambiare opinione in base al contesto invece che ai propri principi
  • Sensazione di “vuoto” o “falsità” anche quando si ottengono risultati

Le spinte compensatorie: il perfezionismo adattivo

Quando l’ingiunzione “non essere te stesso” si combina con la ferita del tradimento, emergono spinte comportamentali che mirano a creare una versione “accettabile” di sé:

La spinta “Sii perfetto”

  • Manifestazione: Ricerca ossessiva della versione “giusta” di sé per ogni contesto
  • Pensiero sottostante: “Se sono impeccabile, nessuno potrà trovarmi in difetto”
  • Effetto paradossale: La perfezione diventa una maschera che nasconde l’autenticità

La spinta “Sii forte”

  • Manifestazione: Nascondere vulnerabilità, dubbi o incertezze anche quando sarebbe appropriato condividerle
  • Pensiero sottostante: “Se mostro debolezza, perderò credibilità”
  • Effetto paradossale: L’apparenza di invulnerabilità impedisce connessioni autentiche

La spinta “Compiaci”

  • Manifestazione: Modificare costantemente le proprie posizioni per non creare disagio
  • Pensiero sottostante: “Se tutti sono contenti di me, sarò al sicuro”
  • Effetto paradossale: Nel tentativo di piacere a tutti, si perde la propria distintività

Manifestazioni concrete nella carriera

La combinazione “Non essere te stesso” + Tradimento/Ingiustizia + spinte compensatorie crea pattern professionali riconoscibili:

Nelle presentazioni e comunicazioni:

  • Idee brillanti che vengono “annacquate” per non sembrare troppo audaci
  • Presentazioni tecnicamente perfette ma prive di personalità distintiva
  • Difficoltà a sostenere le proprie proposte innovative quando incontra resistenza

Nelle relazioni professionali:

  • Camaleontismo relazionale: comportarsi diversamente con ogni collega o superiore
  • Difficoltà a costruire una reputazione coerente perché si mostra sempre sfaccettature diverse
  • Sensazione che i colleghi “non la conoscano davvero” nonostante la collaborazione quotidiana

Nelle scelte di carriera:

  • Accettazione di ruoli che non riflettono i propri valori profondi
  • Difficoltà a dire “no” a opportunità che non sono allineate ma “sembrano buone sulla carta”
  • Paura di specializzarsi in aree che riflettono le proprie passioni per timore del giudizio

La sindrome della “brava professionista”

Una manifestazione particolare di questo pattern è quello che definisco la sindrome della “bravo/a professionista” – donne e uomini competenti che hanno imparato a essere tutto per tutti, perdendo di vista chi sono realmente.

Caratteristiche tipiche:

  • Competenza tecnica indiscutibile ma difficoltà a comunicare la propria vision unica
  • Apprezzamento generale ma sensazione di non essere mai stata “vista” veramente
  • Carriera solida costruita più sull’adattamento che sull’espressione del proprio talento distintivo

Questi professionisti spesso arrivano a un punto della carriera in cui, nonostante i successi esterni, sentono una profonda insoddisfazione e la sensazione di aver tradito sé stessi.


Un esercizio di ri-connessione: il “check autentico”

Se riconosci questi pattern nella tua esperienza professionale, ti propongo un esercizio di auto-osservazione quotidiana:

L’esercizio del “check autentico”

Ogni sera, per una settimana, dedica 5 minuti a riflettere sulla giornata lavorativa:

  1. Identifica tre momenti in cui hai dovuto prendere una posizione o esprimere un’opinione
  2. Per ciascun momento, chiediti:
    • “Quello che ho detto rifletteva realmente il mio pensiero?”
    • “Ho modificato la mia comunicazione per evitare possibili conflitti?”
    • “Se dovessi esprimere la stessa cosa al mio migliore amico, cosa direi diversamente?”
  3. Osserva senza giudizio i pattern che emergono:
    • Con quali persone tendi a essere più autentica?
    • Su quali argomenti ti senti più libera di esprimere il tuo vero pensiero?
    • Quali sono i tuoi “trigger” che attivano l’adattamento automatico?
  4. Sperimenta gradualmente: Scegli UNA situazione a settimana in cui provare a essere leggermente più autentica

L’obiettivo non è diventare “senza filtri” o inappropriate, ma riconquistare progressivamente il diritto di esistere professionalmente senza tradire i propri valori fondamentali.

Il coraggio della coerenza

La trasformazione di questo pattern richiede quello che definisco il “coraggio della coerenza” – la capacità di rimanere fedeli a sé stessi anche quando costa qualcosa in termini di approvazione immediata.

Non significa essere inflessibili o poco collaborative, ma sviluppare:

  • Chiarezza sui propri valori non negoziabili nel contesto professionale
  • Capacità di distinguere tra adattamento strategico e tradimento di sé
  • Competenze comunicative per esprimere il dissenso in modo costruttivo
  • Tolleranza verso l’inevitabile disagio che accompagna l’autenticità

Il paradosso è che spesso, quando le persone smettono di tradire sé stesse per piacere agli altri, ottengono maggiore rispetto e riconoscimento, perché la coerenza genera fiducia e la distintività genera valore.

Prospettive di trasformazione

Il pattern “Non essere te stesso” + Tradimento/Ingiustizia non è una condanna all’inautenticità permanente. È un sistema protettivo che può essere consapevolmente evoluto verso una presenza professionale più integra.

La strada verso l’autenticità professionale passa attraverso:

  • Riconoscimento e validazione del bisogno di sicurezza che ha generato questi pattern
  • Sviluppo graduale della fiducia nella propria accettabilità autentica
  • Sperimentazione guidata di piccoli atti di coerenza in contesti sicuri
  • Integrazione di una comunicazione che onora sia i propri valori che il contesto professionale

Nei prossimi articoli della rubrica esploreremo altre dinamiche che limitano la presenza autentica nel lavoro, ciascuna con le sue specifiche combinazioni di ingiunzioni, spinte e ferite emotive.

Un invito alla riscoperta professionale

Il percorso dal tradimento di sé alla presenza autentica richiede coraggio, ma anche competenze specifiche per navigare la complessità delle dinamiche organizzative senza perdere la propria integrità.

Per questo motivo, il 23 ottobre terrò un webinar gratuito dedicato a Le 5 Dinamiche Invisibili Che Bloccano La Tua Carriera

Durante l’incontro:

  • esploreremo insieme le 5 dinamiche dell’invisibilità professionale 
  • Capirai come riconoscerli
  • quali effetti hanno sul tuo percorso e
  • quali primi passi puoi fare per liberartene.
  • Condividerò strategie concrete per sviluppare un’autenticità professionale efficace

Se questo articolo ha risuonato con la tua esperienza e senti che è arrivato il momento di smettere di tradire te stessa per il consenso altrui, ti invito a prenotare una sessione di orientamento gratuita di 30 minuti.

È un colloquio esplorativo senza impegno in cui potrai:

  • Condividere la tua situazione specifica di “adattamento professionale”
  • Ricevere una prima lettura delle dinamiche che potrebbero essere in gioco
  • Valutare insieme l’approccio più adatto per riconquistare l’autenticità senza perdere l’efficacia

Per partecipare al webinar: https://bit.ly/4mvJx4S

Per prenotare la sessione gratuita di 30 minuti:

💬 https://bit.ly/4mC9HTn o scrivimi ✉️ mail: simonapera@ventinovezerodue.it


Il primo passo verso l’autenticità professionale è riconoscere che meriti di essere apprezzata per chi sei davvero, non per chi pensi di dover essere. La tua unicità non è un difetto da nascondere, è il tuo valore distintivo da onorare.

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